24 Maggio 2022

Un museo di Luzzati in trattoria

Ettore Veruggio creativo, designer ma soprattutto precursore dell’utilizzo della grafica nel mondo della pubblicità industriale, ha contribuito negli anni ‘60 e ‘70 a creare la firma italiana nel mondo della comunicazione, quel Made in Italy del design, della moda e della pubblicità che ci viene riconosciuto ancora oggi.

E proprio Veruggio, che ha seguito campagne e progetti internazionali per Costa Crociere, Boero, Erg, Banco di Chiavari ha lasciato il suo segno anche ad Arenzano.

Dove? Se doveste scommettere, perdereste.

Non un’azienda o un hotel blasonato, ma una semplice trattoria storica che si trova sul lungomare di Arenzano, amata per la cucina locale ma che al suo interno cela un’inattesa storia.

Parliamo della trattoria Mustafà.

Siamo negli anni ‘60 e Veruggio lavora insieme a molti altri artisti tra cui Piombino e Lele Luzzati. Ha già costituito il celebre studio Firma, ancora oggi la più importante a Genova, e si muove su una strada tutta sperimentale, in ambito architettonico, progettando nuovi spazi e locali, con quel gusto moderno di recuperare materiali tradizionali come il legno e la pietra, abbinandoli al design d’avanguardia.

Nel progetto di Veruggio nulla fu lasciato al caso dagli arredi alla lista della musica. Lele Luzzati disegnò le tovaglie, le stoviglie, i piatti, mentre l’artista Piombino realizzò la statua di Mustafà.

Quando si entra da Mustafà, si rimane affascinati dall’interno ben curato, con soffitto basso in mattoni a vista e pareti grezze arricchite da soprammobili posati su ripiani. Un locale solo apparentemente semplice.

Oggi rimangono nelle nicchie le figure in ceramica di personaggi arabeggianti, tra cui il Mustafà, tutti realizzati dalla firma unica di Luzzati, splendidamente conservati nella loro espressività a metà tra teatro e favola epica. Ci troviamo in un museo della ceramica in una trattoria, un’esperienza davvero unica.

Anche la fine di questa storia è una sorpresa. Il nome Mustafà fu voluto dal Veruggio, lo sappiamo perché quando il proprietario volle cambiare il nome, nel più eclettico “Pescecane romantico”, Veruggio improvvisamente lascia l’incarico. Non voleva si snaturasse la sua idea, non accettava compromessi. Il suo intuito era la sua firma stessa.

E oggi la trattoria si chiama nuovamente Mustafà. Come voleva lui.

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