Storia

La storia di Arenzano

Le origini di Arenzano sono legate ad uno stanziamento romano dei primi secoli dopo Cristo, in epoca tardo imperiale, com'è testimoniato dal toponimo Arentianis, con riferimento a una proprietà posseduta appunto dalla famiglia dei Liguri Arentii.

Intorno al Medio Evo Arenzano era divisa in due parti: Arenzano "sottana" e Arenzano "soprana".
"Sottana" era la parte bassa, fra il mare e la collina dove pescatori, marinai, calafati, e maestri d’ascia lavoravano nei cantieri navali arenzanesi, che costruivano navi fin dal XII secolo per la Serenissima Repubblica di Genova.
"Soprana" era la zona di Terralba, il cui nome, Terra-Alba, era dovuto alla presenza di giacimenti di tufo affioranti a poca profondità.
Arenzano fu, sin dal sec. XII, legata amministrativamente alla Podesteria (poi Capitanato) di Voltri, con la quale condivise le vicende salienti della storia di Genova e la sua espansione coloniale, tanto che molti Arenzanesi figurano tra i cittadini delle colonie della Corsica, del Mare Nero e del Levante.

Nel corso dei secoli Arenzano subì le incursioni dei pirati, tanto da costringere la comunità locale a creare fortificazioni: sappiamo che il borgo già nel XIII secolo era dotato di una torre di avvistamento a Capo Panaggio, collegata visivamente con Savona, Noli e la lanterna di Genova.
Nel '600, le pestilenze e le incursioni barbariche indussero le autorità genovesi a fortificare il paese con ulteriori roccaforti, soprattutto nel sito dell'attuale Piazza Mazzini e sulla Punta del Pizzo dove venne fatto erigere un castello, finanziato dal Senato della Repubblica di Genova. In questi secoli l’attività della marineria crebbe tanto che gli storici citavano in mare ben 50 navi onerarie sul Mediterraneo, tutte appartenenti ad Arenzano.
Spesso i capitani di Arenzano venivano coinvolti anche nelle guerre che si combattevano in mare e a volte venivano catturati dai corsari.
Durante la guerra del 1746-47 si verificarono alcuni episodi che ebbero per protagonista il leggendario Capitan Romeo, un corsaro arenzanese, che collaborò con i genovesi e con i francesi-ispanici nella guerra marittima contro gli anglo-austro-piemontesi.

Il golfo di Arenzano
La Parrocchia e il Parco

A partire dal 1600 i ricchi genovesi iniziarono a costruire le loro ville, che gradualmente abbellirono fino a renderle veri luoghi di bellezza e attrazione. La più celebre è quella costruita dal Marchese Pallavicino.
Nel Settecento si fecero strada nel paese importanti attività economiche. Il commercio dei prodotti della carta divenne floridissimo e portò i “Paperari” arenzanesi, che la producevano, alla prosperità. Le cartiere da 4 arrivarono ad essere 20 nel XIX secolo, grazie alla provata capacità dei cartai e alla ricchezza d’acqua dei torrenti Cantarena e Lerone. I cartai avevano nella chiesa parrocchiale il loro Altare dedicato a Santa Lucia, la loro Patrona.
Un’altra attività economica degli Arenzanesi furono le Fornaci: una si trovava nella zona di Panaggi, attiva dal sec. XIII, un’altra era situata lungo la strada che porta alla Colletta e di cui resta ancora oggi il toponimo. A seguito della rivoluzione francese e della dominazione napoleonica in Liguria, che causò la caduta della Repubblica di Genova, Arenzano entrò a fare parte della giurisdizione di “Cerusa” della Repubblica Ligure e nel borgo venne creata la “Municipalità” per difendere la rivoluzione e le nuove idee.
Con la caduta di Napoleone Bonaparte il territorio fu inglobato nel Regno di Sardegna. Nella seconda metà dell’ottocento si verificò ad Arenzano un aumento della popolazione e una sostanziale ripresa economica, con un nuovo avvio dell’attività cantieristica navale, seguita da cartiere, fornaci e filande.

Nei primi del ‘900 alle strade Arenzanesi viene assegnata una nuova denominazione: via Crosa diventa Via S.M. Rapallo, Via Logge diventa Via Capitan Romeo.
Al primo dopoguerra risale lo sviluppo dell'attività turistica, favorita, tra l'altro, da una crisi dell'attività cantieristica, che porterà ad un impiego del litorale sempre più a scopi balneari.
Gli anni trenta sono anni felici per Arenzano, soprattutto quando splende l’estate: al Santuario si tengono concerti di fisarmoniche e chitarre, nei bar gli sportivi si entusiasmano alle imprese di Binda e di Guerra; si balla fino alle due di notte al Grand Hotel, all’Hotel Roma e all’Hotel Genova. Gli Arenzanesi fanno di tutto per intrattenere i loro ospiti estivi, anche una caccia al tesoro nel parco Negrotto Cambiaso. Durante la Seconda Guerra Mondiale Arenzano subisce numerosi bombardamenti, con danni ingenti per l’intero paese: la chiesa parrocchiale viene distrutta.

Stazione
Via Sauli

Il 24 Aprile 1945 Arenzano è il primo paese in Liguria ad essere liberato, ma, a causa della guerra, stenta a risollevarsi dalla povertà. La sempre maggiore flessione dell'attività cantieristica navale porterà inevitabilmente alla totale conversione del litorale all'attività balneare estiva e l'apertura di nuove strutture ricettive vacanziere.
Saranno gli anni ‘60 a vedere il rifiorire delle attività economiche, soprattutto turistiche, con la costruzione della Pineta di Arenzano e l’espansione dell’attività edilizia in generale. Gli spettacoli al Night Calipso e alla Bussola vedono esibirsi le maggiori personalità artistiche di quegli anni. Nel 1973 la popolazione Arenzanese raggiunge i 10.000 abitanti.

Oggi Arenzano è centro residenziale sempre più attratto nell'orbita metropolitana di Genova, anche se l'attività turistica continua ad essere importante, grazie all'abbondanza delle strutture ricettive ed alla presenza tra gli altri servizi, di un porticciolo turistico.

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